I Mari
MARI
Il confine tra acqua e terra è denominato costa o litorale. Il mare, non essendo solido, presenta vari movimenti delle acque che lo compongono. I principali movimenti sono le onde (generate dal vento, dai terremoti e maremoti ), le maree (dovute all’attrazione di alcuni corpi celesti, principalmente la Luna ed il Sole), e le correnti marine (superficiali e sottomarine, causate dalle diverse temperature dell’acqua). Altri fenomeni marini che determinano dei movimenti delle acque sono gli uragani e le trombe marine.
La condizione del mare, in base all’altezza media delle onde, è determinata dalla scala Douglas:
Forza | Descrizione | Altezza Onde |
0 | calmo | – |
1 | quasi calmo | 0.00 – 0.10 m |
2 | poco mosso | 0.10 – 0.50 m |
3 | mosso | 0.50 – 1.25 m |
4 | molto mosso | 1.25 – 2.50 m |
5 | agitato | 2.50 – 4.00 m |
6 | molto agitato | 4.00 – 6.00 m |
7 | grosso | 6.00 – 9.00 m |
8 | molto grosso | 9.00 – 14.0 m |
9 | tempestoso | oltre 14.0 m |
OCEANI
L’oceano è una vasta distesa d’acqua salata, che circonda un continente.
L’insieme degli oceani e dei mari ricopre il 70% della superficie terrestre, ovvero 360.700.000 di km². Di queste 154.800.000 di km² sono nell’emisfero nord e 205.900.000 di km² nell’emisfero sud.
Gli oceani sono tre:
– Oceano Pacifico, 179.700.000km²
– Oceano Atlantico, 106.100.000 km²
– Oceano Indiano, 74.900.000 km²
Una concezione geografica inglese considera come oceano anche il Mare Glaciale Artico (con il nome di Oceano Artico) e l’insieme dei mari che costeggiano l’Antartide (con il nome di Oceano Antartico).
Temperature medie degli oceani | ||||||||
Profondità | 60° lat. N | Equatore | 60° lat. S | |||||
Atlantico | Pacifico | Atlantico | Pacifico | Indiano | Atlantico | Pacifico | Indiano | |
Superficie | 7.0° | 4.0° | 27.0° | 27.0° | 27.0° | 0.3° | 1.0° | 0.8° |
-100 m | 10.0° | 3.0° | 21.0° | 25.0° | 23.0° | 0.1° | 1.9° | 0.6° |
-500 m | 8.0° | 3.5° | 7.0° | 8.0° | 12.0° | 2.5° | 1.7° | 1.2° |
-1.000 m | 6.0° | 3.0° | 4.0° | 4.5° | 6.0° | 0.9° | 2.0° | 1.5° |
-3.000 m | 2.0° | 2.0° | 2.8° | 1.7° | 3.0° | 0.3° | 0.1° | 0.1° |
La Terra vista dallo spazio appare come un “pianeta blu”: questo colore è dovuto alla presenza degli oceani che coprono la maggior parte della sua superficie (circa il 70%). Gli oceani rappresentano quindi il tipo di ambiente più diffuso sulla Terra. Nonostante ciò, si conosce ancora poco su di essi e molto c’è ancora da scoprire sulle profondità oceaniche poiché si tratta di ambienti che l’uomo non ha mai colonizzato, né totalmente esplorato. Eppure l’importanza degli ambienti oceanici è molto grande, sia per l’equilibrio ecologico del pianeta, sia per la vita dell’uomo. Gli oceani sono grandi serbatoi d’acqua e costituiscono il nodo più importante nel ciclo dell’acquasulla terra: da essi l’acqua evapora e sale nell’atmosfera per poi cadere a terra sotto forma di precipitazioni, infine torna agli oceani attraverso i fiumi. Gli oceani sono anche enormi serbatoi di calore che assorbono l’energia irradiata dal Sole e la rilasciano lentamente. Per questo motivo sono il più importante fattore di controllo del clima sulla Terra: la loro presenza attenua gli sbalzi di temperatura diurni e stagionali, mantenendo le temperature dell’aria entro valori tollerabili per gli organismi viventi. Possiamo considerarli il nostro termostato planetario. Gli oceani rivestono una grande importanza per la vita dell’uomo. Dalle acqua oceaniche si ricavano infatti grandi quantità di alimenti (pesci, molluschi, crostacei, alghe). Quantità enormi di petrolio e metano sono contenute nei giacimenti sottomarini.
Nelle acque oceaniche sono disciolte diverse sostanze, sotto forma di sali e gas, la cui presenza è fondamentale per la vita in questi ambienti. Da un litro di acqua di mare si possono estrarre 35 grammi di sali, dei quali il più abbondanti è il cloruro di sodio (il sale da cucina). I principali gas disciolti nelle acque sono il biossido di carbonio, l’ossigeno, l’azoto, il metano ed il solfuro di idrogeno; essi provengono dall’atmosfera e dall’attività degli organismi marini. Tra questi gas il più importante è l’ossigeno, poiché dalla sua concentrazione dipende la sopravvivenza della vita acquatica. La quantità di ossigeno presente nell’acqua dipende dalla temperatura: più l’acqua èfredda, maggiore è la concentrazione di ossigeno. Le acque oceaniche sono in continuo movimento a causa del moto ondoso, delle maree e delle correnti. Tra questi movimenti il più importante è determinato dalle correnti, spostamenti per lunghe distanze di grandi masse d’acqua. Esse sono causate principalmente dai venti dominanti che spirano sulle acque oceaniche (alisei, monsoni) ma anche dalle differenze di densità dell’acqua, causata dalla maggiore o minore salinità o temperatura.
ONDE
La dimensione delle onde dipende molto dall’ampiezza del bacino d’acqua in cui si formano e dalla sorgente che le ha generate. In condizioni normali, nel mare aperto, possono raggiunge i 6 metri di altezza nel Mar Mediterraneo ed i 18 metri di altezza nell’Oceano Atlantico e nell’Oceano Pacifico. Però quando un’onda incontra un ostacolo può innalzarsi e raggiungere altezze incredibili; le onde più alte formate in questo modo possono essere viste nelle tempeste a nord-ovest del Capo di Buona Speranza. Sono state osservate onde dette onde anomale alte da 25 a 30 metri, di cui non si conoscono con precisione né le cause né l’origine e soprattutto sembrano essere imprevedibili.
Le onde sono anche formate dalle correnti marine che determinano la circolazione delle acque nei mari a causa della differente temperatura e salinità delle acque. Le correnti marine possono avere movimenti orizzontali e verticali.
Le onde possono anche formarsi a causa di eventi non comuni come maremoti e terremoti che creano onde chiamate tsunami. Nel primo caso sono anche dette onde di maremoto e nel secondo onde di terremoto. I maremoti possono essere generati sia da terremoti sottomarini che da eruzioni vulcaniche sottomarine.
Anche il distacco di ghiacci dal fronte di ghiacciai che terminano sul mare possono in alcuni casi generare delle onde di notevoli dimensioni. Tipici di questo fenomeno son per esempio i ghiacciai dell’Antartide durante la stagione estiva.
MAREE
La marea è un moto periodico di ampie masse d’acqua (oceani, mari, e grandissimi laghi) che si innalzano (flusso, alta marea) eabbassano (riflusso, bassa marea) anche di 10-15 metri con frequenza giornaliera o frazione di giorno (solitamente ca. 6 ore, un quarto di giorno lunare) dovuto principalmente a due fattori:
– all’attrazione gravitazionale esercitata dall’azione combinata luna-sole sulla terra, ma con netta prevalenza della componente luna a causa della sua minore distanza (Legge di gravitazione universale di Newton)
– alla forza centrifuga dovuta alla rotazione del sistema terra-luna intorno al proprio baricentro (spiega l’alta marea sul lato della terra che è opposto alla luna).
L’ampiezza (detta altezza dell’onda di marea, eguale al dislivello tra bassa e alta marea), frequenza e orario delle maree sono legati a fenomeni astronomici (rotazione della coppia terra-luna, vicinanza, inclinazione e passaggio della luna in particolare e del sole secondariamente) e morfologici (superficie della massa d’acqua, forma della costa, differenza di profondità dei fondali). Le maree hanno effetto anche sul livello dei fiumi che sfociano nel mare.
CORRENTI MARINE
Vi sono vari tipi di correnti marine, classificate in base a diversi aspetti:
– processo formativo (correnti di gradiente, correnti di deriva)
– distanza dal fondale (correnti di superficie, di profondità media e abissali)
– temperatura media interna
– calde: correnti superficiali che vanno dall’Equatore ai Poli.
– fredde: correnti superficiali che vanno dai Poli all’Equatore.
– tipo di flusso
– orizzontali: correnti che si spostano parallelamente alla superficie.
– verticali: correnti che si spostano perpendicolarmente alla superficie.
Le correnti che vanno dell’Equatore ai Poli trasportano anche aria calda, come la corrente del Golfo. Le correnti che vanno dai Poli all’Equatore mitigano le fasce intertropicali.
Questo tipo di correnti, la cui origine è essenzialmente termoalina (da differenze di temperatura e salinità delle masse d’acqua), non va confuso con le correnti costiere, la cui genesi è dovuta principalmente al vento e al moto ondoso.
CORRENTE DEL GOLFO
La Corrente del Golfo, o Corrente nord-atlantica, è una potente corrente oceanica calda di vitale importanza per la mitigazione del clima nei paesi europei che si affacciano sull’Oceano Atlantico (vedi: Portogallo, Spagna, Francia e soprattutto Irlanda e Gran Bretagna). La sua influenza è sentita fino in Scandinavia. Viene chiamata anche nastro trasportatore.
E’ un’enorme corrente che trasporta l’acqua calda del Golfo del Messico attraverso l’Atlantico. Essa poi, quando per ovvie ragioni si raffredda, in prossimità del circolo polare artico, si inabissa. Dopodiché il ciclo ricomincia.
La Corrente del Golfo nasce, come suddetto, nel Golfo del Messico, in cui grandi masse di acqua vengono surriscaldate dall’azione dei raggi solari. Queste tendono a risalire verso nord ma vengono deviate dalla rotazione terrestre.
Via via che il riscaldamento globale farà aumentare la temperatura del pianeta, molti climatologi temono che l’afflusso di grandi quantità di acqua dolce, liberata dal disgelo della coltre glaciale della Groenlandia e di altre regioni boreali, blocchi il cosiddetto “nastro trasportatore” del Nord Atlantico. Un eventuale arresto del nastro trasportatore, o anche soltanto un suo significativo rallentamento, potrebbe raffreddare la regione del Nord Europa anche se le temperature globali continuassero ad aumentare.
Quando il nastro trasportatore è attivo le correnti oceaniche dell’Atlantico ad alta salinità, scorrendo dai tropici verso nordriscaldano i venti dominanti mentre questi spirano verso est (cioè verso l’Europa). Le correnti che trasportano calore, dense per la salinità, diventano ancora più dense quando, risalendo verso nord, cedono calore all’atmosfera. Alla fine, l’acqua salata e fredda diviene abbastanza pesante da affondare in prossimità della Groenlandia. Da qui ritorna verso sud lungo il fondo oceanico, lasciando un vuoto che attira altra acqua calda dalle basse latitudini. Quando la corrente Nord-Atlantica è attiva,condizioni temperate con inverni relativamente miti (rispetto a quelli che si registrano alle stesse latitudini in America)favoriscono una ricca produzione agricola in gran parte dell’Europa. I monsoni stagionali portano acqua ad ampie fasce dell’Africa e dell’Estremo Oriente. L’Asia centrale è umida mentre Antartide e Sud Atlantico sono freddi.
Il nastro trasportatore può rallentare o fermarsi quando nel Nord Atlantico affluisce troppa acqua dolce che diluisce le correnti ad alta salinità provenienti da sud poiché le acque superficiali (indipendentemente dalla loro temperatura) non diventano abbastanza dense da “affondare”.
I venti dominanti in questo modo portano aria fredda verso l’Europa creando condizioni di freddo che possono durare per decenni, fino a quando le acque delle basse latitudini non diventano abbastanza saline da sopraffare quelle più dolci a nord, facendo ripartire il nastro trasportatore con una gigantesca spinta.
Se il nastro trasportatore si fermasse avremmo inverni rigidissimi in Europa e nell’America del Nord mentre avremmo forti siccità in molte parti dell’emisfero australe poiché non vi sarebbero più i monsoni provocati dalle correnti calde risalenti verso nord.
L’analisi dei dati sul clima preistorico ha fornito alcuni indizi che vanno in questa direzione, ma la loro interpretazione è ancora controversa. Ad esempio sembra quasi certo che, circa 11.000 anni fa, la fusione di estesi ghiacciai posti sul Labrador causò il rallentamento della Corrente del Golfo. Una delle conseguenze dell’evento fu il raffreddamento del clima europeo per un periodo approssimativo di 1.000 anni.
L’aggravarsi o l’inizio di nuova era glaciale non è comunque prevedibile con i modelli climatici attuali. Va comunque rimarcato che, in base alle ipotesi più pessimistiche, il clima potrebbe mutare in modo drastico e imprevedibile in pochi decenni.
La corrente oceanica (o corrente marina) è una massa di acqua marina in movimento rispetto all’acqua che la circonda; massediverse per densità, salinità e temperatura.Le onde sono un moto di superficie delle acque dovute principalmente all’azione del vento; i venti possono farsi sentire, nel mare aperto, fino ad una profondità massima di 150 metri. In questo caso l’onda si forma perché ilvento spinge lo strato d’acqua superficiale, cedendo parte della sua energia, e fornendolo di una velocità superiore allo strato d’acqua sottostante; per attrito ogni strato d’acqua con velocità differente tende a trascinare lo stato sottostante più lento e nel contempo a rallentare, da qui si capisce che se le onde non sono alimentate continuamente sono destinate a dissolversi se prima non incontrano un ostacolo. L’attrito tra il vento e la superficie dell’acqua fa muovere le particelle superficiali di un moto circolatorio. Il mare è una vasta distesa di acqua salata a ridosso dei continenti e connessa con un oceano. Lo stesso termine è alle volte usato per indicarelaghi, normalmente salati, che non hanno sbocchi sull’oceano: esempi sono il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell’acqua marina riferendosi a quella oceanica in generale (fonte livemeteo).